FOTOCAMERA DIGITALE

Una macchina fotografica digitale può essere definita come l'interpretazione moderna della fotocamera tradizionale a pellicola. Per questo motivo possiamo dire che i concetti fondamentali per fare delle buone fotografie sono gli stessi della fotografia analogica. Nella fotocamera digitale viene utilizzato, in sostituzione della pellicola, un sensore (ccd o cmos) in grado di catturare una immagine trasformandola in un segnale elettrico ti tipo analogico. Tale segnale viene convertito in digitale da un chip di elaborazione interno all'apparecchio che funziona da convertitore analogico/digitale e i dati digitali ottenuti vengono memorizzati sulla scheda di memoria installata. Per le macchine digitali vale come per quelle analogiche, e con lo stesso significato, la distinzione fra fotocamera compatta, prosumer e reflex. Il tipo prosumer, termine derivante dai termini professional e consumer, costituisce una fascia intermedia tra le compatte e le reflex e per caratteristiche è molto simile alle reflex ma incorpora un obiettivo zoom non intercambiabile come le reflex; nonostante quella che può sembrare una limitazione escludendo l'uso di ottiche alternative, il risultato finale di alcune prosumer spesso è pari o superiore a reflex di fascia bassa, specialmente se lo zoom montato gode di un ampia escursione focale, che può arrivare anche ad essere compresa tra 28mm fino a 400 mm equvalente 135. Va segnalato che in una prosumer il fatto di non esporre all'aria l'interno della fotocamera e quindi il sensore durante il cambio di obiettivo evita un accumulo di polvere sul sensore e quindi un degrado delle immagini riprese.

Risoluzione

Parametro fondamentale delle fotocamere digitali è quello della risoluzione anche se per ottenere una buona fotografia di dimensioni medio piccole (10 x 15 o 13 x 18) non occorre una risoluzione altissima ma è molto più importante un'ottica di qualità e un sensore che produca poco rumore digitale (artefatti più o meno visibili nella foto scattata). La risoluzione andrà scelta in funzione del formato di stampa che si vorrà realizzare e di eventuali elaborazioni successive al computer.

Sensore

Il sensore può essere CCD, ma anche C-MOS. Questi dispositivi formati da elementi fotosensibili a semiconduttori hanno il compito di trasformare un segnale luminoso in un segnale elettrico analogico. Successivamente il segnale elettrico analogico viene convertito in digitale da un altro dispositivo detto convertitore analogico/digitale. A questo punto i dati digitali sono in forma grezza (formato RAW) e possono essere memorizzati direttamente su un file per una successiva elaborazione tramite pc oppure compressi nel formato jpeg per ridurne drasticamente la dimensione. In questo secondo caso, compressione jpeg, un processore interno alla fotocamera provvede a trasformare i dati grezzi raw, calcolando e ricostruendo componenti mancanti su ogni pixel, rendendo in questo modo compatibili i file jpeg ottenuti con i più diffusi sistemi di visualizzazione immagini. I files ottenuti vengono archiviati sulla scheda di memoria della fotocamera che ne può contenere un numero variabile in funzione della capienza stessa della memoria e della dimensione dei files ottenuti. La risoluzione totale del sensore si misura in milioni di pixel totali. Un pixel è l'unità di cattura dell'immagine e rappresenta la più piccola parte dell'immagine che la fotocamera è in grado di catturare. La proporzione dell'immagine ottenuta con gli attuali sensori è 4:3 (formato digitale) o 3:2 (formato pellicola analogica impostabile come opzione su alcuni tipi di fotocamere). Moltiplicando il valore in pixel della risoluzione orizzontale per quello della risoluzione verticale si ottiene il numero totale di pixel che la fotocamera è in grado di riprodurre. Un buon sensore deve avere un buon rapporto segnale rumore apprezzabile soprattutto nelle riprese fotografiche in condizioni di bassa luce (riduzione di eventuali artefatti immagine prodotti dal rumore elettrico di fondo degli elementi fotosensibili del sensore stesso) e una buona risoluzione per quanto riguarda il numero di pixel che consente di riprodurre maggiori dettagli immagine in relazione al formato di stampa. Se le immagini sono destinate ad essere visualizzate su uno schermo televisivo non è rilevante che esse siano state scattate a risoluzione molto alta, ma se si intendono realizzare stampe di grande formato allora la risoluzione diventa un parametro da tenere presente. Tanto più si vorrà effettuare una stampa grande di una foto digitale, tanto più la fotocamera dovrà produrre immagini ad una risoluzione elevata. Ecco alcuni esempi: una foto in formato standard da 14 x 11 cm necessita di 1.2-2 megapixel di risoluzione per risultare pari ad un prodotto di una macchina fotografica tradizionale, per stampare su di un 20 x 30 sono necessari dai 2 ai 3 megapixel, per realizzare un poster 50 x 70 cm occorrono 5 megapixel.

Schede di memoria

Dopo la conversione del segnale in arrivo dal sensore ed elaborato dal processore di immagine il file immagine ottenuto viene memorizzato dalla fotocamera su una scheda di memoria rimovibile. I formati di scheda di memoria maggiormente usati sono: compactflash, memorystick, microdrive, secure digital (SD), mini-SD, Smartmedia e Xd.

Formati di memorizzazione

Immagini

I formati maggiormente utilizzati nelle fotocamere digitali per il salvataggio delle immagini fotografiche sono: Jpeg, permette di salvare le immagini in files di dimensioni variabili a seconda della percentuale di compressione utilizzata, e Raw, un formato grezzo senza alcuna elaborazione da parte del processore interno della fotocamera utilizzato generalmente solo in alcuni ambiti professionali. I dati raw dovranno essere ricostruiti con un computer utilizzando un apposito programma compatibile con i protocolli specifici definiti dalla casa produttrice per il sensore utilizzato.

Video

Avi (codec divx mpeg4), Mov (quicktime) e real media sono i formati utilizzati dalle fotocamere che possono girare anche dei filmati.